L'isola nell'isola

Dove ci troviamo?

Ragusa (pronuncia italiana /raˈɡuːza/, localmente /r̝aˈɡʊːsa/, Raùsa in siciliano) è un comune italiano di 72 967 abitanti, capoluogo dell’omonima provincia in Sicilia.

Essa è chiamata la “città dei ponti” per la presenza di tre strutture molto pittoresche, ma è stata definita anche da letterati, artisti ed economisti come “l’isola nell’isola” o “l’altra Sicilia”, grazie alla sua storia e ad un contesto socio-economico molto diverso dal resto dell’isola. Nel 1693 un devastante terremoto causò la distruzione quasi totale dell’intera città, mietendo più di cinquemila vittime. La ricostruzione, avvenuta nel XVIII secolo, la divise in due grandi quartieri: da una parte Ragusa superiore, situata sull’altopiano, dall’altra Ragusa Ibla, sorta dalle rovine dell’antica città e ricostruita secondo l’antico impianto medioevale.

I capolavori architettonici costruiti dopo il terremoto, insieme a tutti quelli presenti nel Val di Noto, sono stati dichiarati nel 2002 Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. Ragusa è uno dei luoghi più importanti per la presenza di testimonianze d’arte barocca.

Ragusa tra miti e leggende

Dafni figura della mitologia greca, era un pastore di Ragusa. Fu l’inventore del canto bucolico con l’aiuto della zampogna. Molti scrittori antichi definirono la terra dei lotofagi descritta nell’Odissea compresa tra il fiume Ippari e la città di Kamarina territorio appartenente agli antichi siculi ragusani.

Il nucleo abitativo di Ragusa ha origini antichissime, nella zona di Fontana Nuova, nei pressi di Marina di Ragusa, spetta il primato del più antico ritrovamento di testimonianze umane finora scoperto in Sicilia: in una grotta sono state ritrovate alcuni raschiatoi e lame da taglio in pietra scheggiata, risalenti a 60.000 anni fa. Sono presenti inoltre a Ragusa numerose tracce di frequentazione in età neolitica. Sono presenti nel territorio dei villaggi preistorici risalenti alla Facies Castellucciana, probabilmente abitati dagli antichi sicani. Sono state trovate le prove dell’attività mineraria dei castellucciani; gallerie scavate con l’uso delle mazze di basalto permettevano l’estrazione e la produzione delle richiestissime selci. Queste popolazioni autoctone furono probabilmente sterminate dai siculi, popolo molto più avanzato che colonizzò la Sicilia orientale nel 1000 a.C.

La leggenda vuole che il principe dei Siculi Iblone giunse sul monte dove sorge l’attuale Ragusa Ibla, lo ritenne comodo e ben protetto, così si stabilì in questo territorio che già ospitava un villaggio abbastanza grande.

Castello di Donnafugata

Ci sono varie ipotesi sull’origine del nome “Donnafugata”. Usualmente viene ricondotto ad un episodio leggendario, quale la fuga della regina Bianca di Navarra, vedova del re Martino I d’Aragona e reggente del regno di Sicilia che venne imprigionata nel castello dal conte Bernardo Cabrera, che aspirava alla sua mano e, soprattutto al titolo di re. In realtà la costruzione del castello è successiva alla leggenda. Secondo altri il nome è la libera interpretazione e trascrizione del termine arabo عين الصحة ʻAyn al-Ṣiḥḥat (Fonte della Salute) che in siciliano diviene Ronnafuata, da cui la denominazione attuale.

Marina di Ragusa

L’antico nome del paese era Mazzarelli, che deriva dall’arabo Marsa A’Rillah, significante piccolo approdo. Alla fine del XVI secolo accanto al porto vecchio fu costruita la Torre Cabrera a scopi difensivi, e pochi decenni dopo si era già formato un nucleo abitativo; questo però non prosperò e non si ingrandì molto (anche a causa delle vicine paludi alla foce del fiume Irminio prosciugate nell’800) e la sua fortuna giunse solo alla fine del XIX secolo, quando nacque il commercio della pietra pece con gli Inglesi e delle carrube. Nel 1928, per volontà del gerarca fascista Filippo Pennavaria, il nome si trasformò nell’attuale Marina di Ragusa. Dopo il periodo bellico Marina di Ragusa conobbe un vero e proprio boom abitativo, a causa dello scatenarsi della moda della “seconda casa a mare” da parte dei ragusani; tale espansione continua ancora oggi e ha portato il borgo a diventare un centro balneare di prim’ordine.